venerdì 23 dicembre 2011

Sherlock Holmes - un gioco di ombre

Difficilmente ricordo un sequel così atteso e fortemente voluto dai fan, curiosamente non da quelli del personaggio originale, Sherlock Holmes, che più di una volta avevano educatamente, direi elegantemente protestato, gridato alla lesa maestà per la lettura moderna dell’investigatore più famoso della letteratura inglese. Holmes è uno di quei personaggi di fantasia, come Gesù, che hanno ispirato moltissime versioni cinematografiche. Ok questa frase a due giorni dal Natale non è carina. Mi scuso con Holmes. Ma è così, oggetto di parodie, sottoversioni, mancava la rilettura pulp per opera di Guy Ritchie, che nonostante Ciak continui a scriverlo, non è ricordato perché marito di Madonna. Ma è il regista di Lock & Stock, pazzi scatenati, gioiellino comico/thiller del 1999, di Revolver, RocknRolla e soprattutto del campione Sherlock Holmes, che ha fatto sfracelli al box office 2009/2010 con 523 milioni di dollari in tutto il mondo. Ad interpretare Holmes, il bravissimo Robert Downey Jr, da diversi anni ormai uno degli attori più richiesti di Hollywood, scelta azzeccata, per ironia e la giusta ambiguità di questa nuova visione dell’investigatore inglese, fedele al personaggio con il suo vizio delle droghe, ma trasformatosi in un fine conoscitore delle arti marziali, un po’ puttaniere, legatissimo al suo dottor Watson, altra scelta azzeccata, Jude Law, dottore in odore di matrimonio sempre rinviato perché non riesce a farne a meno del suo amico, al quale si rivolge con distacco ma che non designa nel dargli un cazzotto se necessario. La particolarità del film stava nelle scelte di regia, che raccontava le azioni con dei rallentamenti ad alta definizione, infilando momenti di humor a volte british, a volte ruspante, americano. La miscea piacque moltissimo, e nel finale una finestra sul sequel non poteva non essere negata. E così è stato il 16 dicembre con Sherlock Holmes, gioco di ombre, ottenendo un buon successo di critica in Patria e, cifre dei primi incassi alla mano, una risposta del pubblico quasi scontata. Negli USA la partenza è stata minore, ma ha guadagnato 64 milioni di dollari in due giorni. In Italia è diventato un caso perché ha stracciato la partenza, solitamente trionfante, del tradizionale cinepattone, Vacanze in Cortina, tanto che si è parlato con troppa fretta di fine di una era (aspettate le cifre poco prima di capodanno) e tutti sono andati in massa a vedere il nuovo Holmes. Del tonfo di De Sica se ne parlerà un’altra volta, sottolineo però di come nessuno si è preoccupato di scrivere che a perdere quest’anno è stato Boldi, che ha incassato la metà rispetto agli altri anni, 4 milioni di euro, forse perché prima lui e ora De Sica hanno logorato una formula morta anni e anni fa.
Holmes, il seguito, dicevo. Rispetto al primo film, il soggetto si ispira decisamente ad un racconto di Arthur Conan Doyle (chi è? L’autore!), L’ultima avventura, uscito nel 1893 e che appunto vedeva la fine del personaggio. Proprio per questo, il film questa volta ha più analisi del caso, porta lo spettatore a fidarsi cecamente di ciò che dice Holmes nei suoi pensieri investigativi, sempre più complicati, fino a quando un punto di raccordo ecco che riporta tutti ad aver capito cosa diamine stia succedendo nel film. C’è interesse, stavolta, nella storia, che nei personaggi, almeno nella seconda parte (due ore di proiezione), con una dose abbondante di humor, anzi di vera comicità in un paio di scene, e una serie di scene d’azione non fine a se stesse, anche se l’uso frequente del rallenti non sempre giova al ritmo. Ma, sta di fatto, che questo seguito è un grande film. Incolla lo spettatore a seguire il giallo, ridere dei personaggi, incluso il fratello di Holmes, Mycroft, interpretato dal comico inglese Stephen Fry, ad emozionarsi per le prime evoluzioni delle armi di guerra, dando un messaggio non banale sulle tensioni internazionali (la storia è ambientata nel 1891, mancano tredici anni alla Prima Guerra Mondiale), e con esplosioni e geniali sorprese (pure troppe) ogni volta che chi chiediamo, e ora come ne escono?
Inutile dirvi la trama, la sapete già. Entra in gioco il più grande nemico di Sherlock Holmes, il Professor Moriarty (interpretato da Jared Harris), che prendendosi il mercato delle armi vuole scatenare una guerra mondiale. Riuscirà Holmes a sopportare Moriarty con la voce di Pino Insegno?

3 commenti:

  1. "la storia è ambientata nel 1891, mancano tredici anni alla Prima Guerra Mondiale": in realtà gli anni sono 23.

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  2. Come si permette di definire Gesù personaggio di fantasia?

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