domenica 21 dicembre 2025

Laurel & Hardy Year Three: una recensione

Dopo cinque anni, si conclude il difficile quanto miracoloso restauro della produzione muta di Laurel e Hardy, pubblicato in tre volumi Blu-ray dalla Flicker Alley nel 2020, e accolto con una risposta sorprendentemente positiva da parte degli appassionati. Questo lavoro definitivo, irripetibile, ha restituito agli oltre trenta cortometraggi girati tra il 1921 e il 1929 uno splendore d’immagine tale che, in gran parte di essi, sembra di trovarsi davanti alle prime stampe dell’epoca.

Sì, perché probabilmente qualcuno ignora il fatto che, alla loro prima distribuzione cinematografica, questi film circolavano in copie perfette, prive di graffi e imperfezioni. Restituire oggi quella stessa nitidezza è un’impresa di cui solo chi lavora nel campo del restauro cinematografico può comprendere fino in fondo la difficoltà. Del resto, questi film hanno più di cento anni, e maneggiare materiali preziosi quanto instabili – spesso infiammabili come la celluloide d’epoca, che non prendeva fuoco: esplodeva direttamente – farebbe sudare anche Indiana Jones.

 

Nel caso di Laurel e Hardy, il panorama è stato ancor più difficile, e in molti aspetti disastroso. Richard W. Bann, nel booklet allegato al terzo volume, afferma chiaramente quanto sia difficile credere, e accettare, che “quasi tutto il materiale cinematografico originale relativo alle commedie mute di Laurel e Hardy (negativi, pellicole a grana fine, stampe originali) sia ormai scomparso, andato”. Spiega come il consumo eccessivo, gli strappi accidentali nei laboratori di stampa, gli incendi di nitrato, la decomposizione, gli smarrimenti dovuti a negligenza o la distruzione deliberata – per recuperare l’argento o liberare spazio di stoccaggio in tempo di guerra – abbiano fatto sì che tutto ciò che è sopravvissuto lo abbia fatto quasi per caso, e non per scelta”.

 

Il tempo è spietato”, scrive Bann. La storia del cinema muto, oggi perduta per circa l’80%, attraversò un lungo periodo di indifferenza da parte degli studios negli anni successivi all’avvento del sonoro, poiché la produzione passata veniva considerata superflua, e nei periodi di crisi economica i magazzini di pellicole non erano che un peso. Sempre Bann ricorda come, nel 1933, Mack Sennett, dopo il fallimento della sua casa di produzione, svendette un magazzino di oltre duemila titoli per la cifra irrisoria di 875 dollari.

 

La differenza fondamentale tra le antiche comiche di Sennett e i film di Stanlio e Ollio stava nella loro persistente popolarità e nella continua richiesta del pubblico. Quando Laurel e Hardy lasciarono gli Studi Roach nel 1940 per lavorare alla Fox e alla MGM, la loro produzione diminuì e si fece più scadente, ma le sale continuavano a riempirsi. Hal Roach rilanciò allora i film degli anni Trenta tramite alcuni distributori indipendenti – il più noto dei quali fu la Film Classics – e gran parte delle loro opere sonore, ristampate e conservate, riuscirono così a salvarsi dall’oblio.

 

Destino ben diverso toccò ai film muti, dimenticati nei magazzini Roach e conservati chissà come, finché Robert Youngson, cineasta appassionato dei tempi d’oro della comicità, ristampò i negativi di numerosi titoli per inserirli nelle sue compilation dedicate alle comiche mute e a Laurel e Hardy in particolare. Parallelamente, la società di noleggio casalingo Blackhawk inserì i film muti della coppia nel proprio catalogo e, come ricorda Bann, “per generare le copie da vendere, la Blackhawk doveva prima produrre intermedi positivi a basso contrasto e a grana fine in 35 mm, ma spesso il lavoro consisteva in riduzioni in 16 mm direttamente dai negativi di macchina, che fortunatamente – grazie a un colpo di fortuna – si sono rivelati tra i migliori elementi sopravvissuti”.

 

Ed è qui che arriviamo a oggi. Il lavoro di recupero, ricostruzione e restauro realizzato da Serge Bromberg e dal suo staff ha coinvolto la collaborazione di numerose cineteche di tutto il mondo. Nonostante per alcuni titoli il negativo originale fosse ormai perduto per sempre a causa di negligenze imperdonabili da parte di chi avrebbe dovuto conservarlo (una storia raccontata nella recensione precedente), il risultato resta straordinario. Gli eventuali detrattori tacciano: Bromberg e i suoi collaboratori hanno potuto lavorare solo quando il tempo aveva già inflitto danni irreversibili, e gli inevitabili salti qualitativi sono il frutto di una ricostruzione minuziosa a partire da materiali eterogenei. Difficile, davvero, rimanerne delusi.

 

Nel dettaglio di questa recensione – qui e qui le precedenti – posso dire che la produzione del 1929 è stata una delle più transitorie di Laurel e Hardy, e per sottolineare il passaggio dal muto al sonoro sono stati inseriti i primi film parlati della coppia e le rare versioni mute, e altri bellissimi extra:

 

Ogni corto ha musiche originali e le sonorizzazioni dell’epoca della Vitaphone per i corti Liberty, Wrong Again, That’s My Wife, Bacon Grabbers, e Angora Love
Alcuni fra i primi sonori della coppia: They Go Boom! (1929), The Hoose-Gow (1929), e Unaccustomed as We Are (1929).

The Hollywood Revue of 1929 – la partecipazione di Stan e Ollie con un numero di magia comica in questo film musicale realizzato per la MGM.

Come esempio delle versioni fonetiche girate dalla coppia, un estratto dalla versione spagnola di Berth Marks.

La versione doppiata di Double Whoopee (1929), realizzata nel 1970 da Chuck McCann, doppiatore di entrambi gli attori, su testi di Al Kilgore.

Un video rarissimo e inedito di Stan e Ollie realizzato come contributo speciale per la Convention della MGM a Parigi del 1930. 

 

I film interessati, tutti del 1929, rappresentano la piena maturità comica di Laurel e Hardy e gli ultimi supervisionati – e in due casi anche diretti – da Leo McCarey, il vero “papà” artistico della coppia, che aiutò enormemente Stan e Ollie nella costruzione dei loro personaggi e della loro tecnica. Questo cofanetto contiene almeno due capolavori assoluti della loro opera, alcuni titoli sotto la media e altri a lungo sottovalutati, con Stan Laurel e Oliver Hardy ormai pronti alla parola e alle ultime, bellissime, distruzioni reciproche insieme ai loro antagonisti preferiti.


Liberty, di Leo McCarey, è uno dei vertici del loro cinema, capace di mescolare risate e autentici momenti di suspense a partire da una situazione semplicissima – Laurel e Hardy, evasi di prigione, devono trovare un luogo appartato per scambiarsi i pantaloni indossati di fretta, e finiscono in cima a un grattacielo in costruzione – sviluppata con straordinaria abilità fisica dai due attori. Uno dei loro film muti meglio conservati, grazie alle primissime riedizioni degli anni Quaranta, presenta tuttavia un problema d’immagine attorno al minuto 16 perché, come spiega Bromberg, la pellicola in quel punto era così compromessa che neppure un pesante intervento digitale è riuscito a risolvere la situazione. Il restauro resta comunque ottimo, e la profondità di campo trasmette ancora oggi una tensione notevole. Qui un esempio video.




Wrong Again, sempre di Leo McCarey, è un divertentissimo cortometraggio basato sull’equivoco: Laurel e Hardy apprendono che c’è una ricompensa per il ritrovamento di “Blue Boy”, ignari che si tratti di un quadro prezioso, e riconsegnano invece al proprietario il loro cavallo, che porta lo stesso nome. Il film contiene numerose scene d’antologia, come la movimentata sistemazione del cavallo sul pianoforte o le loro discussioni sull’eccentricità dei ricchi. Il restauro combina due fonti: un 16 mm Blackhawk completo ma danneggiato in alcuni punti, e una copia in 35 mm conservata alla Biblioteca del Congresso, anch’essa compromessa, ma indispensabile per migliorare la qualità visiva della celebre sequenza del cavallo sul pianoforte.


That’s My Wife, di Lloyd French, è un film minore, ma pone su un piano quasi ambiguo il rapporto di coppia di Laurel e Hardy: Stan si finge la moglie di Ollie per non fargli perdere l’eredità promessa da uno zio, con risultati complessivamente divertenti. La copia proviene da un ottimo 35 mm Blackhawk; la sequenza d’apertura con Ollio che strimpella nervosamente il pianoforte, assente in tutte le edizioni precedenti, è stata invece recuperata da un 8 mm di qualità nettamente inferiore e inserita comunque per garantire la completezza del film.


Big Business, di James W. Horne, vetta assoluta del cinema di Laurel e Hardy e della distruzione reciproca, con uno scatenato James Finlayson, è anche uno dei loro film più diffusi e meglio conservati. Il magnifico negativo custodito dalla Beta Film era già stato pubblicato su DVD in Germania (ex Kinowelt), ma anche questo 35 mm Blackhawk, conservato in condizioni eccellenti, non sfigura affatto. Il corto fu girato con due cineprese, un espediente pensato per ottenere più negativi da stampare, vista l’enorme richiesta dei loro film: le due copie presentano quindi angolazioni leggermente diverse. Ciò ha reso possibile un esperimento inedito, nascosto come easter egg nel menu del film: cliccando sulla freccia sinistra si accede a una versione in 3D. Qui un esempio video del restauro della copia originale:




Double Whoopee, di Lewis R. Foster, funziona solo in parte e si conclude in modo affrettato, ma Laurel e Hardy nei panni di portieri di un albergo di lusso restano comunque divertenti. La copia è molto buona, in alcuni punti eccellente, ed è la stessa utilizzata per la versione doppiata nel 1970. L’esperimento sonoro venne replicato anche in Italia nel 1985, per il programma Due teste senza cervello, con le voci di Giorgio Ariani ed Enzo Garinei.


Bacon Grabbers, sempre di Foster, è un divertente film quasi interamente ambientato all’esterno, concentrato nello spazio della casa di Edgar Kennedy, assediato da Laurel e Hardy, incaricati dallo sceriffo di recuperare una radio mai pagata. Il ritmo è sostenuto e le gag fisiche hanno un’impostazione quasi circense. Il film ha sempre circolato in copie pessime, a causa della decomposizione avanzata dell’unico elemento esistente: il restauro ha miracolosamente recuperato il titolo grazie a un 16 mm Blackhawk, oggi l’unica fonte disponibile, nonostante graffi e immagini compromesse in diversi punti. Nessun 35 mm è sopravvissuto.


Angora Love, ancora di Foster, non è un film eccezionale, ma disponeva di materiale sufficiente per essere rielaborato più volte dalla coppia, e la bellezza di questa copia restituisce parte del valore smarrito nel tempo. Laurel e Hardy alle prese con una capra da nascondere al padrone di casa sono uno spasso continuo. Bromberg spiega che il restauro è stato particolarmente complesso: il negativo B della Biblioteca del Congresso risultava gravemente deteriorato, ma l’accesso a un 16 mm incompleto proveniente da Robert Youngson ha permesso di migliorare numerosi passaggi. La copia finale è in effetti ottima, con l’eccezione del finale, ormai irrimediabilmente compromesso.


Unaccustomed as We Are e Berth Marks, rispettivamente primo e secondo sonoro di Laurel e Hardy, nelle versioni mute funzionano persino meno delle edizioni sonore – il primo inutilmente verboso, il secondo eccessivamente insistito su una singola situazione comica – ma sono presentati in ottime copie in entrambe le versioni.


Insomma, un prodotto da acquistare assolutamente. Fatevi un regalo di Natale: Qui per l'acquisto.

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