Sì, perché probabilmente qualcuno ignora il fatto che, alla loro prima distribuzione cinematografica, questi film circolavano in copie perfette, prive di graffi e imperfezioni. Restituire oggi quella stessa nitidezza è un’impresa di cui solo chi lavora nel campo del restauro cinematografico può comprendere fino in fondo la difficoltà. Del resto, questi film hanno più di cento anni, e maneggiare materiali preziosi quanto instabili – spesso infiammabili come la celluloide d’epoca, che non prendeva fuoco: esplodeva direttamente – farebbe sudare anche Indiana Jones.
Nel caso di Laurel e Hardy, il panorama è stato ancor più difficile, e in molti aspetti disastroso. Richard W. Bann, nel booklet allegato al terzo volume, afferma chiaramente quanto sia difficile credere, e accettare, che “quasi tutto il materiale cinematografico originale relativo alle commedie mute di Laurel e Hardy (negativi, pellicole a grana fine, stampe originali) sia ormai scomparso, andato”. Spiega come il consumo eccessivo, gli strappi accidentali nei laboratori di stampa, gli incendi di nitrato, la decomposizione, gli smarrimenti dovuti a negligenza o la distruzione deliberata – per recuperare l’argento o liberare spazio di stoccaggio in tempo di guerra – abbiano fatto sì che tutto ciò che è sopravvissuto lo abbia fatto quasi per caso, e non per scelta”.
“Il tempo è spietato”, scrive Bann. La storia del cinema muto, oggi perduta per circa l’80%, attraversò un lungo periodo di indifferenza da parte degli studios negli anni successivi all’avvento del sonoro, poiché la produzione passata veniva considerata superflua, e nei periodi di crisi economica i magazzini di pellicole non erano che un peso. Sempre Bann ricorda come, nel 1933, Mack Sennett, dopo il fallimento della sua casa di produzione, svendette un magazzino di oltre duemila titoli per la cifra irrisoria di 875 dollari.
La differenza fondamentale tra le antiche comiche di Sennett e i film di Stanlio e Ollio stava nella loro persistente popolarità e nella continua richiesta del pubblico. Quando Laurel e Hardy lasciarono gli Studi Roach nel 1940 per lavorare alla Fox e alla MGM, la loro produzione diminuì e si fece più scadente, ma le sale continuavano a riempirsi. Hal Roach rilanciò allora i film degli anni Trenta tramite alcuni distributori indipendenti – il più noto dei quali fu la Film Classics – e gran parte delle loro opere sonore, ristampate e conservate, riuscirono così a salvarsi dall’oblio.
Destino ben diverso toccò ai film muti, dimenticati nei magazzini Roach e conservati chissà come, finché Robert Youngson, cineasta appassionato dei tempi d’oro della comicità, ristampò i negativi di numerosi titoli per inserirli nelle sue compilation dedicate alle comiche mute e a Laurel e Hardy in particolare. Parallelamente, la società di noleggio casalingo Blackhawk inserì i film muti della coppia nel proprio catalogo e, come ricorda Bann, “per generare le copie da vendere, la Blackhawk doveva prima produrre intermedi positivi a basso contrasto e a grana fine in 35 mm, ma spesso il lavoro consisteva in riduzioni in 16 mm direttamente dai negativi di macchina, che fortunatamente – grazie a un colpo di fortuna – si sono rivelati tra i migliori elementi sopravvissuti”.
Ed è qui che arriviamo a oggi. Il lavoro di recupero, ricostruzione e restauro realizzato da Serge Bromberg e dal suo staff ha coinvolto la collaborazione di numerose cineteche di tutto il mondo. Nonostante per alcuni titoli il negativo originale fosse ormai perduto per sempre a causa di negligenze imperdonabili da parte di chi avrebbe dovuto conservarlo (una storia raccontata nella recensione precedente), il risultato resta straordinario. Gli eventuali detrattori tacciano: Bromberg e i suoi collaboratori hanno potuto lavorare solo quando il tempo aveva già inflitto danni irreversibili, e gli inevitabili salti qualitativi sono il frutto di una ricostruzione minuziosa a partire da materiali eterogenei. Difficile, davvero, rimanerne delusi.
Nel dettaglio di questa recensione – qui e qui le precedenti – posso dire che la produzione del 1929 è stata una delle più transitorie di Laurel e Hardy, e per sottolineare il passaggio dal muto al sonoro sono stati inseriti i primi film parlati della coppia e le rare versioni mute, e altri bellissimi extra:
Ogni corto ha musiche originali e le sonorizzazioni dell’epoca della Vitaphone per i corti Liberty, Wrong Again, That’s My Wife, Bacon Grabbers, e Angora Love.
The Hollywood Revue of 1929 – la partecipazione di Stan e Ollie con un numero di magia comica in questo film musicale realizzato per la MGM.
Come esempio delle versioni fonetiche girate dalla coppia, un estratto dalla versione spagnola di Berth Marks.
La versione doppiata di Double Whoopee (1929), realizzata nel 1970 da Chuck McCann, doppiatore di entrambi gli attori, su testi di Al Kilgore.
Un video rarissimo e inedito di Stan e Ollie realizzato come contributo speciale per la Convention della MGM a Parigi del 1930.
I film interessati, tutti del 1929, rappresentano la piena maturità comica di Laurel e Hardy e gli ultimi supervisionati – e in due casi anche diretti – da Leo McCarey, il vero “papà” artistico della coppia, che aiutò enormemente Stan e Ollie nella costruzione dei loro personaggi e della loro tecnica. Questo cofanetto contiene almeno due capolavori assoluti della loro opera, alcuni titoli sotto la media e altri a lungo sottovalutati, con Stan Laurel e Oliver Hardy ormai pronti alla parola e alle ultime, bellissime, distruzioni reciproche insieme ai loro antagonisti preferiti.
Insomma, un prodotto da acquistare assolutamente. Fatevi un regalo di Natale: Qui per l'acquisto.











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