giovedì 23 agosto 2012

Pirati, briganti da strapazzo, uccisi dalla Littizzetto

Se qualcuno di voi non è andato in ferie e si aggira nei centri commerciali come le scimmie di 2001, odissea nello spazio, estasiate dalle vetrine inavvicinabili ma beati di una aria condizionata polare, passate negli scaffali dei DVD e regalatevi (o regalate) una nuova uscita, Pirati! Briganti da strapazzo, un cartone animato inglese che avete sicuramente ignorato all'uscita nella scorsa primavera; ora siete in tempo per recuperare al grave errore che se non è disegnato, mio figlio ci rimane male, e mi ringrazierete. Sia chiaro, anche io saltai la visione al cinema per altri motivi, ma stasera ho preso il dvd e ho goduto pienamente per novanta minuti scarsi. Allora, Pirati è un cartone animato non tradizionale, ma realizzato con la tecnica del passo a uno (stop motion), utilizzando pupazzi in plastilina e set praticamente reali. Ne sono diventati maestri quei simpatici inglesi Peter Lord e Nick Park, esatto, i papà di Wallace & Gromit campioni Oscar, fortunatamente cocciuti e dalla pazienza certosina (perché per realizzare un film del genere ci vuole un anno se non oltre), ma sopratutto abili collezionisti di humor tipicamente british. Se apprezzate la realizzazione, davvero oltre l'applauso in piedi, vi divertirete come matti. Prodotto dalla Aardman Animations in coppia con la Sony Pictures Animation, Peter Lord, regista, ha voluto omaggiare le storie di pirati con un capitano cialtrone, a capo di una ciurma di disperati che tentano di aiutarlo a vincere il concorso del "Pirata dell'Anno" (e la premiazione è dichiaratamente una parodia della notte degli Oscar); il caso vuole che Capitan Pirata porti con sé quello che crede un pappagallo un po' troppo in carne, ma che si rivela essere un uccello rarissimo, tanto voluto dalla Regina d'Inghilterra Vittoria, si scopre poi non per motivi scientifici. A far coppia con il Capitano, un giovane e sfigato con le donne Charles Darwin, accompagnato da una scimmia intelligente che parla tramite dei cartelli, con effetto comico irresistibile (possono ricordare quelle del film Madagascar).  

Il film prende in giro, spesso con spirito anarchico e con effetti anacronistici, la scienza (anche lì esistono dei concorsi, con tanto di applausometro), e il mondo pirata, ovviamente, ma con una ironia più demenziale del solito, meno controllata di altri film della Aardman (Galline in fuga o Giù per il tubo), ma molto divertente e zeppa di citazioni. Forse per via di una morale un po' banale e vecchia, e di alcune trovate già viste (l'arrivo a Londra, divertente, viene accompagnato dalla canzone "London Calling": gag vecchia; fortuna che la scena si salva quando uno dei pirati dice, "Londra puzza di nonna vecchia..."...perché è quello, l'odore in fondo..), manca del capolavoro, anche se spiritoso e dal gran ritmo. Si parla già di sequel, nonostante il tiepido successo al botteghino (118 milioni di dollari al botteghino, nel mondo, su 55 di budget; da noi ha incassato dignitosamente due milioni  e mezzo di euro).   

Nota dolente, il doppiaggio italiano. Ora, non è una questione sul tipicamente italiano o sul trito discorso dei talent (cioè guest star, nomi famosi, usati come doppiatori), viziaccio nostrano (più che altro perché se in America, da dove proviene il "vizio", vengono usati attori professionisti sui quali vengono costruiti i personaggi, in Italia si usano nomi che spesso neanche sono attori, o se lo sono, non c'entrano una cippa col personaggio), ma che Pirati! ha uno dei doppiaggi più sbagliati, almeno a mia opinione, e fortunatamente una colpa con nome e cognomi. Marco Mete è il direttore di doppiaggio, teoricamente colui che ha scelto le voci o, vogliamo credere, per stima che ho per Mete che ho anche conosciuto, colui che s'è trovato costretto a dirigere. Infatti qualcosa di strano è successo. Il primo trailer italiano del film (visto su youtube nel dicembre 2011) portava delle voci diverse: Capitan Pirata parlava con la voce del bravissimo Angelo Maggi (per capirci, Robert Downey Jr in Iron Man; o se volete, il commissario Winchester dei Simpson). Due mesi dopo, il secondo trailer portava la voce di Christian De Sica e, nella parte della regina, Luciana Littizzetto.. Questo cambio di voci, sicuramente voluto per motivi pubblicitari (i nostri distributori pensano a tutto), ha reso la versione italiana inferiore a quello che in originale è stato realizzato (per dirne, il capitano è Hugh Grant, bravissimo, il secondo è Martin Freeman, quello di The Office, e Imelda Staunton). Eppure, Maggi come pirata cialtrone andava benissimo; quando doppia De Sica, fatta eccezione per Galline in fuga (e si parla di dodici anni fa), è sempre quello dei cinepanettoni, non si riesce a dimenticarlo mentre vediamo il Pirata, certo non si discute il talento, ma vuoi per la simpatia e le idee trascinanti che propone alla sala di doppiaggio, vuoi il ragazzo del bar che porta troppi bicchierini, ecco che Mete lascia a ruota libera De Sica, sempre più biascica, con un paio di imperdonabili inflessioni romane (nel finale è imperdonabile). La Littizzetto invece sulla carta deve essere stata convincente come perfida regina Vittoria, ma ha una voce così caratteristica e troppo legata al personaggio di Luciana come comica, che davvero non c'azzecca nulla. Sono curioso di sapere quale fosse la prima voce femminile scelta, prima di cadere sull'ennesimo talent che, tra l'altro, ai bambini non frega proprio un cacchio.

Nessun commento:

Posta un commento