sabato 28 febbraio 2015

Spettatore da 25 anni

Mai avrei pensato un giorno di tornare indietro nel tempo di 25 anni fa, quando mio padre mi portò per la prima volta al cinema. E' un avvenimento che accade prima o poi a tutti nella infanzia e non a caso rimane nei nostri cuori per tutta la vita. Ho cercato di memorizzare il più possibile di quel pomeriggio che passai al cinema Sisto di Ostia Lido (oggi diventato un Bingo) folgorato dal fascio di luce che partiva silenzioso dalla sala del proiezionista verso uno schermo che mi parve enorme, bianco, in attesa delle nostre emozioni. Io avevo 8 anni, ma erano già diversi anni che supplicavo mio padre a portarmi al cinema. Forse non convinto del mio comportamento - ero piuttosto vivace - sapeva di avermi dato un dispiacere enorme quando non mi portò a vedere Chi ha incastrato Roger Rabbit all'età di sei anni. Quindi, ora gli toccava anche perché seppur non fossi viziato rompevo molto i coglioni. E così, il 18 febbraio 1990, papà fece questo clamoroso sforzo e mi portò a vedere l'unico film in programmazione che potesse andare bene per un bambino. Qui sotto la programmazione di quel giorno. Indovinerete il titolo con facilità:


Esatto, Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi fu il primo film della mia vita, anche se sarebbe più corretto dire che fu il cartone animato abbinato ad essere la prima cosa che vidi sul grande schermo: chi è troppo giovane non può ricordarselo ma prima di ogni film della Disney veniva proiettato un cortometraggio animato e io fui davvero fortunato perché era un cartone di Rober Rabbit, uno dei tre corti realizzati per sperimentare il coniglio come possibile star di una serie. Il corto si chiamava Una pazza indigestione (Tummy Trouble), un parziale risarcimento alla mancata visione di Chi ha incastrato, e furono sette minuti velocissimi, una fila di fuoco di gag demenziali per le quali rischiai seriamente di farmela sotto: papà mi sgomitava dicendomi di calmarmi perché potevo disturbare gli altri spettatori ma ridevo troppo per dargli retta. Devo ammettere che fui abbastanza fortunato a cominciare la mia esperienza come spettatore cinematografico con un film della Disney, e se vi ricordate bene la trama era piuttosto divertente. E rivedere Rick Moranis me lo rendeva tutto particolarmente simpatico. Moranis mi aveva fatto ridere come un matto pochi mesi prima, in televisione, vedendo per la prima volta su Canale 5 il mitico Ghostbusters (1984). 
Vi ricordate il film? Lui era uno scienziato inventore di una macchina che rimpicciolisce qualsiasi cosa, e per errore colpisce i suoi figli e il figlio del vicino: finiti nel giardino di casa, diventato per loro una vera giungla piena di pericoli (memorabile la formica addomesticata), comincerà per loro una avventura incredibile.
Ecco, se volevo conoscere la magia del cinema, avevo servito sul piatto un film originale e divertente. Non ho mai visto i sequel che la Disney girò sulla scia del successo avuto - dove praticamente prima allargano un ragazzino, poi si rimpiccioliscono i genitori, poi... - perché non volevo guastare il ricordo di quel pomeriggio tanto importante per me, a otto anni, senza popcorn ma con un film indimenticabile.

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