sabato 24 agosto 2013

Monsters University: recensione fuori corso

Un amico che l'aveva visto alle anteprime mi aveva detto, "E' come Animal House edulcorato. Senza Belushi". La piccola folla che ieri sera si è data appuntamento al cinema per vedere Monsters University, prequel del film Monsters & Co., era per lo più composta da non più ragazzini: eravamo un centinaio di trentenni più un paio di mocciosi, ignari dell'emozione di ritrovare due vecchi amici della infanzia o della adolescenza passata. Insomma, ritrovare Mike e Sully dopo tanti anni ha fatto un effetto di nostalgia particolare. Dodici anni sono passati dalla prima avventura. Monsters & Co è, indiscutibilmente, uno dei capolavori assoluti della Pixar, per animazione, ritmo, gag e poesia, un gioiello assoluto che era difficile ripetere e per ritrovare questi simpaticissimi personaggi la Pixar, affiliata con la Disney, c'ha messo un po' di anni per trovare la storia adatta. Dal 2005, per essere esatti, anche se il vero progetto è partito ufficialmente tre anni fa: la scelta è stata quella di fare un prequel, cioè di raccontare l'incontro fra questi due mostri così diversi ma molto amici, uno, l'enorme e spaventoso quanto buffo Sully, nato per spaventare i bambini, le cui urla sono fondamentali per acquisire l'energia necessaria per la città di Mostropoli, e l'altro, Mike, piccolo tondo e con un occhio solo, grande stratega e spalla del suo migliore amico. La scelta della storia sembra essere stata una pecca per qualche appassionato: alla fine, la Pixar ormai sempre di più disneyana ha scelto la storia più semplice, se vogliamo più scontata, e inserisce i "giovani" mostri in una storia collegiale, con tutti gli ingredienti del caso - il rettore, anzi la rettore, che mette timore e poi si ricrede sugli studenti meno capaci, la congrega di spacconi che alla fine fa una pessima figura, e ovviamente la squadra di simpaticissimi perdenti che ce la mette tutta e, forse, avrà l'occasione di una vita. E' anche vero che nella seconda parte la storia prende una piega meno scontata ma che si allaccia perfettamente alla storia successiva - anche se realizzata prima, cioè proprio Monsters & Co - e alla base di tutto questo c'è da chiedersi se veramente la Pixar sarà in grado di tornare ai livelli dei film migliori (l'ultimo capolavoro è Toy Story 3) e di scrollarsi dalla legge del marketing (anche se i prossimi film smentiscono tutto: preparatevi al finto Cars con gli aeroplani al posto delle macchine ed al film con i dinosauri ..). 
Tolta però ogni premessa e con l'inutile pretesa del capolavoro ad ogni opera Pixar/Disney, questo Monsters University l'abbiamo visto senza farci troppe domande e nei titoli di coda ci faceva male un lato del fianco: abbiamo riso moltissimo. Io mi fermerei qua. Perché penso sia la recensione migliore per un film d'animazione - tecnicamente sempre più sorprendente - di genere comico: fa molto ridere. Ma questa non è una recensione migliore: le gag sono tutte meccaniche, senza spontaneità, e ti ritrovi a ridere dove loro dicono che si deve ridere. Le vere sorprese comiche sono così veloci che rischi di dimenticarle - ed alcune le avevamo viste nel trailer... - come il giocatore mostro di football grosso come un palazzo che trascina tutte e due le squadre verso la meta, o le gag della mamma del piccolo mostro Scott (detto Soufflé: troppo somigliante allo scout di Up), esilarante quando fa il bucato durante la cerimonia della loro confraternita, gli OK, o quella inquietante dove si chiude nella macchina con la musica metallica a tutto volume.
Fortunatamente alcune citazioni del primo film non sono telefonate e ci sono piaciute tutte (plauso speciale a Loretta Goggi, che dopo dodici anni presta nuovamente la voce a Roz, responsabile dell'archivio ma in realtà capo della CDA), eccetto una: Yeti, l'abominevole uomo delle nevi. E' una citazione furba: fa molto ridere rivederlo con la cravatta ma il pubblico dimentica che nel primo film, che ricordo segue gli eventi del prequel, Mike e Sully lo conoscono per la prima volta sulle montagne. E allora far vedere che ha un passato nella Monsters potrebbe essere stato un errore o uno scherzo. Ad ogni modo: piacevole da guardare, le risate arrivano puntuali, ritmo costante, storia un po' scontata, stavolta si divertono più i bambini che, come succedeva in Monsters & Co., quegli adulti che nel 2001 uscirono dalla sala strabiliati da un capolavoro irraggiungibile.

Infine, siccome vi ho stremati, concludo dicendo che è stata un'ottima edizione italiana: oltre alla già citata Goggi, sono bravissimi Sandro Acerbo (Mike, che prende posto dal compianto Tonino Accolla), Saverio Indrio (Sully, al posto di Adalberto Maria Merli), Rita Savagnone (il rettore Tritamarmo), Marco Mete (il venditore Don Carlton), Paolo Vivio (Art) e due sorprese, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, i due soliti idioti (nella parte di Terri Perry e..Terry Perry, mostro con un corpo e due teste).

Nessun commento:

Posta un commento