sabato 4 maggio 2013

Finalmente Iron Man 3 - oppure no?

Ora che finalmente IRON MAN 3 è uscito nei cinema americani (incassando, nelle prime anteprime del weekend qualcosa come 16 milioni di dollari, mentre scrivo leggo che ha già portato a casa 70 milioni di spicci americani; apprezzato oltre ogni previsione anche oltreoceano, incassando 345 milioni di dollari in tutto il mondo, 8 milioni e mezzo di euro solo in Italia...ed è solo uscito il 24 aprile scorso!) posso rischiare di dire le mie impressioni sul terzo capitolo della saga iniziata nel 2008, dico rischiare perché l'universo Marvel è fatto di appassionati che tengono ferocemente ai loro supereroi a costo di tagliare gole e calciare gli stinchi, e anche perché in giro, nei pressi dell'Alaska e nei dintorni di Rieti, qualcuno non ha ancora visto Iron Man 3 e rischio seriamente di rivelare dettagli preziosi per gustarsi la visione del film. Insomma, spoiler allert, io ve lo dico..
 
Entriamo in un contesto ben preciso: quest'anno nessun altro film era così atteso e le aspettative, francamente, erano davvero troppe. In parte Iron Man, supereroe spaccone e quasi invincibile, è un personaggio schiavo della propria natura e caratteristica, se cambia registro, difficilmente il pubblico comprenderebbe e infatti la prima cosa che scrivo è questa, ha deluso molti fan. Chi mi conosce sa bene che la parola "fan" è una cosa che non sopporto, perché generalmente sono una categoria assurda, irrispettosa per prima e troppo, davvero troppo esigenti. La lingua italiana ha un termine meraviglioso, che bene li riassume: rompicoglioni. Il cinema d'animazione invece ha un personaggio chiave, l'Uomo dei fumetti dei Simpson. "Il peggiore episodio", avrà scritto vedendo Iron Man 3. Personalmente non sono rimasto così male, anche se credo di aver capito cosa può aver deluso: le aspettative, specie dopo The Avengers, erano così alte che vedere Iron Man 3, che possiamo definire una commedia d'azione che un film di supereroi, deve aver fatto incazzare qualcuno. Okay, i momenti comici sono forse un po' troppi e faranno discutere le dissacrazioni dei due cattivi di turno e un finale che ha lasciato l'amaro in bocca (Tony Stark tornerà, recita una didascalia finale, e sai che novità), ma il divertimento c'è, i momenti d'azione sono pochi ma ben centellinati, ma a mente fredda l'analisi di Iron Man 3 porta ad altre considerazioni. Ripeto, parlare del film inevitabilmente toglierà la sorpresa a chi ancora non ha visto il film - attenzione, ora iniziano gli SPOILER - e ho deciso di dividere in pro e in contro sperando di darvi una idea di cosa è stato questo film, il cui successo influirà maggiormente sul futuro degli Avengers rispetto agli altri film della Marvel in attesa. Già si parla di Iron Man 4.. 
PRO. Era giusto portare al capitolo numero tre la saga del grande Tony Stark, il cui mito, nato nei fumetti nel '63, ha avuto maggiore successo quando non era fra di noi. Infatti, usciti i primi due film, nei due anni successivi al film dei Vendicatori (2012) la mole di fan è aumentata spropositatamente (grazie all'home video) e hanno contribuito non poco all'enorme exploit al botteghino, e nell'attesa dell'uscita del film sono andati tutti matti: la campagna pubblicitaria ha fatto un lavoro incredibile, allungando la bava dei fan con i primi poster, i primi trailer, le indiscrezioni, le interviste, le notizie dal set (Robert Downey Jr. si è rotto una caviglia durante le riprese), fino alle anteprime in tutto il mondo, insomma era un successo annunciato ed era dovuto per tutti coloro che amano il personaggio. Nell'ubriacatura degli spoiler e delle news, qualcuno s'è dimenticato che la base del terzo Iron Man era stata già annunciata mesi prima: l'uomo dietro l'armatura, Tony Stark, entrava in una vera crisi d'identità e si sentiva, per la prima volta, vulnerabile e con la paura di non proteggere ciò che ama di più, e cioè la sua Pepper Potts (Gwyneth Paltrow, sempre più in sintonia con Downey Jr nelle scene più divertenti, da sitcom familiare), anche perché stavolta il "cattivo", il Mandarino, era davvero cattivo (Ben Kingsley, azzeccato nella sua ambiguità, nella parte del film più discussa e di bassa lega - le gag scatologiche del bagno), e raccogliendo la sua sfida "all'antica" gli manda tre elicotteri che gli bombardano la casa. Tutto questo era stato già detto, eppure alla "prima" cui ho partecipato la sera di mercoledì 24 aprile molti hanno fatto gli indiani, delusi dal vedere il loro eroe così vulnerabile e frignone. Eppure, dopo tre film - incluso gli Avengers - il quarto film con Iron Man non avrebbe potuto continuare la linea dell'invincibile, evitando il rischio della ripetitività e della noia, e con la necessità di chiudere per il momento la sua storia, regista e sceneggiatori hanno tirato fuori la chiave della commedia che spezza la tensione nei momenti più insensati e per rendere meno amara la fine - provvisoria, lo sappiamo, perché The Avengers 2 uscirà nel 2015 - della propria creatura. Una pausa, mica una fine. E si ride, moltissimo. Le scene d'azione possono aver sconvolto lo spettatore teenager che voleva più armature e meno situazioni alla Arma Letale (come ricordano le sparatorie al porto, con Downey Jr e Don Cheadle, alias Iron Patriot, uno bianco e l'altro nero.. ma la colpa potrebbe essere del regista Shane Black, che ha i diretto i primi due della saga) ma la sequenza finale colma ogni necessità di essere storditi dalle esplosioni.
 
CONTRO: gli stessi pregi di Iron Man 3 se visti da un'altra prospettiva, possono diventare i maggiori difetti. Si ride e forse troppo, e il ritmo decolla con una certa fatica. La chiusura stessa della saga lascia così sbigottiti da influire enormemente il proprio giudizio. Pochi perdoneranno le differenze enormi fra il Mandarino del fumetto e quello del cinema (nel film, è un attore fallito, nel fumetto è invece uno dei nemici più potenti di Iron Man: alle mani ha dieci anelli, ciascuno con poteri magici specifici, come rendere di ghiaccio le persone, fulminarle ecc.), e il ruolo di Guy Pearce, alias il cattivissimo Aldrich Killian, qui è al centro della storia quando nel fumetto si suicida a pagine 2 del fumetto che lo ritrae (quindi il film inverte la loro importanza). Pochissimi perdoneranno l'aria disneyana del personaggio del bambino, Harley, orfano di padre (come spesso accade nei film Disney), solitario ma genio della meccanica e della ingegneria, mossa molto bassa per accaparrarsi le famiglie come spettatori di Iron Man (scena peggiore, lui che calma Stark in piena crisi di panico post Avengers al telefono..). Qualcuno, vedendo Stark così terreno e umano e poco uomo di ferro, ha lasciato la sala incazzato. Insomma, cambiando drasticamente, questo Iron Man rischia di non trovare la complicità e tifo dello spettatore, e senza l'identificazione fra il personaggio e sala il film rischia di lasciar freddi.


PRO & CONTRO: personalmente mi sarei aspettato qualche cameo di un Capitan America o di un Hulk nel pieno dell'azione, ma questa più che una opinione è un ridicolo desiderio. Avrebbe però regalato qualche emozione in più. Bruce Banner appare nella scena titoli di coda, ma sembra il finale di una sitcom. Insomma, dopo averli visti insieme, ce lo saremmo tutti aspettato!
CONCLUSIONE: è evidente che le risate avute in The Avengers hanno convinto gli sceneggiatori ad aumentare l'ironia (nel flashback iniziale del 1999 è divertente Jon Favreau, produttore del film, nel ruolo di guardia del corpo, Happy Hogan, per poi andare in coma) e la comicità slapstick (Iron Man, comandato a distanza, inciampa e si rompe in continuazione) e le classiche battute alla Stark, dimenticando che se ai fan piacciono le scene d'antologia (l'attacco alla villa di Malibu, il salvataggio dell'Air Force One), vogliono assolutamente star svegli per tutto il film. E per una commedia con esplosioni ed effetti speciali, con un ritmo e una regia che non c'entra molto lo spirito, è un errore imperdonabile. Insomma, potrebbe essere più che il miglior film della saga, il film della transizione fra la saga stessa e il prossimo Avengers. E' un piacere comunque dar così tanto spazio all'ironia e spacconeria di un attore come Robert Downey Jr. 

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