mercoledì 11 gennaio 2012

Una notte da Leoni 2 arriva in dvd

Novità in DVD post natalizia di un seguito che ha incassato quasi 550 milioni di dollari, un risultato maggiore rispetto al primo film (almeno cento milioni di dollari in più), ma con maggiore scontento da parte della critica. Inevitabile, alla fine. Perché?
La forza comica di Una notte da leoni (The Hangover, 2009) stava soprattutto nella sorpresa dello spettatore che seguiva gli eventi assieme ai personaggi, che si ritrovano la mattina dopo l’addio al celibato a Las Vegas con una amnesia totale, paranoica e distruttiva: in effetti, c’è poco da stare tranquilli quando nel bagno hai una tigre e un neonato nello sgabuzzino, e non sai il motivo. Lo sposo è sparito, e il parcheggiatore dell’albergo riporta ai tre storditi amici una macchina della polizia. Grazie ad un terzetto di attori bravissimi e molto affiatati (specie per la “scoperta” di Zach Galifianakis nella parte dello svitato Alan), il film, giustamente premiato da un successo mondiale, era davvero divertente. Il cantiere dell’inevitabile seguito venne messo in piedi alla fine del conteggio degli incassi (450 milioni di dollari), tenendo il massimo riserbo su trama e guest star. Con i primi trailer, si è sputtanata la prima e unica trovata: Stu, il dentista che nel primo film si era risvegliato sposato con una battona, si sposa in Tailandia con una ragazza del posto. Lo accompagnano i suoi amici che decidono di fargli stavolta un addio al celibato più soft, un po’ di birre in spiaggia, proprio per evitare i casini successi a Las Vegas. Si risvegliano a Bangkok, dentro una stanza di un lurido albergo; il trailer vi ha già suggerito questa scena e non vado oltre, perché ovviamente i tre ripartono con la ricerca di informazioni sulla loro serata che hanno, ovviamente, dimenticato. Per quanto Una notte da leoni 2 tenti affannosamente di evitare il rischio di già visto, il film ci cade con tutte le scarpe; troppe le gag del primo film adattate alla ambientazione caotica di Bangkok, senza inventiva, e alcune sequenze con Paul Giamatti, nella parte di un “imprenditore”, sembrano tirate per i capelli e messe con lo scotch; alla fine il pubblico che ha adorato il primo capitolo vuole rivedere quelle scene con Alan e le sue gag zoofile e scorrette, o Stu che viene umiliato anche sessualmente, Phil che cerca di mantenere calma la situazione ma, notate bene, prende sempre per primo legnate e cazzotti, e non viene affatto tradito. Le risate ci sono ma non troppo forti e forse il problema principale è che senza quell’effetto sorpresa del primo, tutte le trovate del secondo risultano ripetitive (unica eccezione, a parere mio, è Alan che immagina la serata che non ricorda facendola interpretare da bambini, con effetti comici esilaranti). Insomma, una fotocopia. Sta a voi decidere se divertirvi. Ultima cosa: al doppiaggio italiano bisognerà imporre una tassa di ventimila euro ogni volta che danno una voce atroce agli attori cinesi.

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