Come avete potuto prendere sul serio il
mio paragone fra Sturmtruppen e Iron Man? E ho così deciso
di punirvi su un mini dossier sul film che nel 1976 diresse Salvatore Samperi,
all'epoca notissimo per alcune porcellonate di grande successo (Malizia, giusto
per dirne una), perché Sturmtruppen, possa piacere o no, è una delle cose più
originali mai fatte nella storia del cinema italiano. Negli intenti, voleva
essere una sana commedia antimilitarista ispirata alle strisce del grande Bonvi
(alias Franco Bonvicini), ma nei risultati decisamente sgangherata, a volte
banale e un po' volgare, ma, e questa è la sorpresa, demenziale e divertente.
Certo, il ritmo è altalenante e non c'è capo né coda, siamo lontani anni luce
dalla follia militare di M.A.S.H. (di Robert Altman), al quale
Samperi dichiarò di essersi ispirato, sia per mancanza di cattiveria che,
ripetiamolo, di un vero copione. Ma io difendo Sturmtruppen, perché non era per
niente facile dare vita cinematografica a delle strisce autoconclusive, spesso
goliardiche e grottesche come solo Bonvi riusciva a tirare fuori, di soldati
nazisti ignoranti e di pazzi ufficiali, arrivati nel panorama italiano nel 1968
sulle pagine de Il Paese Sera, in piena contestazione generale. Portate a
teatro nel 1972 senza successo, le Sturmtruppen diventarono oggetto di una produzione
cinematografica partita con un po' di sfortuna. Facciamo ordine.
L'idea partì perché due produttori,
Donati e Carpentieri, si erano innamorati delle strisce di Bonvi, che loro
credevano essere francese, finché lo sceneggiatore Vittorio Vighi informò loro
che era di Bologna e suo amico. Così i tre parlarono con Bonvi dell'idea di
fare un film sulle Sturmtruppen e coinvolsero lo scrittore Ennio De' Concini
per affidargli la regia. A fine Marzo del 1976, i giornali riportarono che
Renato Pozzetto e Paolo Villaggio avrebbero preso parte a Sturmtruppen, per la
regia di De Concini pronto per le riprese a Giugno. L'idea era intrigante,
perché voleva sfruttare Villaggio e il suo personaggio del mago tedesco Kranz
affiancato da Cochi e Renato, in quel periodo artisticamente non più in coppia
ma che continuavano a lavorare insieme; Pozzetto, più dieci film in tre anni
dal suo debutto, viaggiava a ritmi di usura e stava sperimentando film meno
tradizionali, stava infatti girando Oh Serafina! di Alberto Lattuada quando
venne data notizia di Sturmtruppen. Le cose però andarono diversamente. Nel
2002 Vighi dichiarò, "Noi cominciammo a lavorare insieme, sennonché
successe qualcosa: [i produttori] non si fidarono di Ennio De Concini e
lasciarono la palla ad Achille Manzotti che allora aveva per le mani Pozzetto.
Naturalmente entrò un altro regista. [Salvatore Samperi] si portò appresso i
suoi uomini e si riscrisse la storia secondo il suo punto di vista, escludendo
tutta la nostra parte, quella che avevamo scritto con De Concini e Maria Pia
Fusco".
Il film venne così prodotto da Manzotti per la sua Irrigazione Cinematografica, cooperando
con una produzione francese, Les Films Jacques Leitienne, che impose Corinne
Cléry al posto di Edwige Fenech, inizialmente scelta come protagonista
femminile del film. Ovviamente tutto questo amareggiò Concini, il quale disse,
intervistato nel Giugno 1976, "Ho sentito all'improvviso che i miei
rapporti con il cinema si stavano esaurendo (...) la cosa più singolare è che
la decisione l'ho presa quando ormai stavo per cominciare il film. (...) Dapprincipio
il trattamento l'avevo scritto per Donati e Sbariglia, i produttori di Salon Kitty,
poi la cosa andò nelle mani di Cristaldi e dovevo girare il film facce
sconosciute. Infine tutto era pronto con Renato, Cochi.. ma non mi sono sentito
di cominciare: avrei fatto un brutto lavoro e un brutto film".
Il pasticcio è rimasto nei titoli di
testa e di coda: in quelli di testa è accreditato sceneggiatore Pozzetto e
Ponzoni, in quelli di coda Sandro Fusco e Vighi.
Lasciato Concini e promosso Samperi
regista, il film venne riscritto da Cochi e Renato su propria misura e venne
chiamata tutta la banda del Derby Club, tra cui Lino Toffolo, Teo Teocoli,
Massimo Boldi, Felice Andreasi, Enzo Robutti, e per le musiche arrivò
puntuale Enzo Jannacci, il quale scrisse due canzoni per il film: SturmStruppen e Come in
America, sulle quali dovrei soffermarmi perché rimangono un mistero; se la
prima, scritta dal solo Jannacci e cantata da Cochi e Renato
(e si riconoscono le voci di Boldi e di Andreasi), è uscita su disco, non
sentiamo mai la seconda, di cui non abbiamo notizie neanche nei registri Siae.
Ad ogni modo, musiche di Jannacci e cast di attori del Derby contribuirono
decisamente a formare un insieme molto vicino allo spirito schizzato delle
strisce di Bonvi, lo stesso Pozzetto, intervistato da Marco Giusti per
"Stracult", disse che Sturmtruppen era il film che si avvicinava di
più alla comicità surreale del Derby Club. A mio parere, lo era molto più vicino Saxophone
(1978), prima regia di Pozzetto, nel suo piccolo un gioco fra amici non
riuscitissimo, ma personale, divertito e tutt'altro che presuntuoso.
Sturmtruppen, invece, era troppo sconclusionato per divertire completamente,
anche se il cast è in uno stato ancora inventivo: perfetto Andreasi nella parte
del sergente incazzoso, seguito dal generale vanitoso e infantile Cochi, alle
prese con un pupazzo di Marx, dal capitano checca Teocoli, pericolosamente al
potere di scegliere gli attendenti al suo servizio, e poi il piagnucoloso Boldi,
il sognatore Lino Toffolo e la bellissima Corinne Cléry, infilata in quella
gabbia di matti senza convinzione, se non nelle scene con Renato. Il culmine
della scemenza è nel finale, all'arrivo di un soldato bianco, che dichiara di
essere La Coproduzione Francese e incaricato da lassù a portare la
dichiarazione di pace, ma senza successo perché viene ucciso con una ostia
avvelenata dal Papa (sempre Andreasi!). Scommetto che non vedete l'ora di
prendervi il dvd, vero?
Girato nell'estate del 1976, viene
montato in tempo per le feste di Natale, scontrandosi con l'uscita in
simultanea di L'ultima follia di Mel Brooks, Quelle strane occasioni e Il
signor Robinson, il film per il quale Villaggio rifiutò di fare Sturmtruppen. I
soldatini nazisti vengono massacrati dalla critica, e non c'è bisogno di esser
stati testimoni dell'epoca per capirlo: in un momento di crisi cinematografica
(l'ennesima), di disimpegno e mancanza di vere idee, un film come Sturmtruppen poteva apparire
solo disfattista, una bestemmia per chi desiderava la rinascita del cinema
italiano. Poco male, il film esce il 21 dicembre 1976 e fa sfracelli al
botteghino. Non lo ferma neanche un sequestro con l'accusa di "vilipendio
alla religione" da parte della magistratura di Bolzano, denuncia
presentata a Gennaio e archiviata a Febbraio, perché incassa più di un miliardo
di lire con oltre 589mila spettatori.
Da una recensione de L'Unità |
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