mercoledì 16 giugno 2021

Stanlio, il genio che sapeva di far ridere

Oggi sono 131 anni dalla nascita Stan Laurel, un uomo fortunato in grado di capire che era nato per far ridere la gente. Inglese soprattutto di spirito, a volte surreale, clownesco e satirico. Quando nel 1921, cento anni fa, conobbe Oliver Hardy, un tipo che si divertiva a fare il villain nelle comiche, non scattò la scintilla. Era solo un film. Poi nel ‘25 entrambi si ritrovarono negli studi di Hal Roach, lui regista e l’altro attore: era inevitabile che lavorassero insieme e scoprirono un certo feeling. Due anni dopo il regista tornò attore e il caso volle… di far coppia con l’altro. Lui e l’altro diventarono coppia fissa nel 1927: esplosero in tutto il mondo per vent’anni successivi. Ancora oggi sono considerati maestri della comicità, al pari di altri geni come Chaplin o Keaton, ma con una marcia in più: sapevano far ridere in modo genuino, senza far pesare la tecnica e il linguaggio cinematografico, per inteso non da intendere come un difetto, ma Stanlio e Ollio hanno liberato la risata più spontanea. Avevano tempi comici molto particolari, legando le gag a pause più lente del solito con i loro manierismi da cartone animato, come le loro reazioni mimiche, la grattata di testa, lo sguardo in camera, i modi pomposi di Ollio e la mancanza di coordinazione dell'assente Stanlio e così via. Ho scritto che è stato fortunato, ma le vere ossa Stan se l'era fatte sul palcoscenico e poi nel cinema muto da solo, alla ricerca di una identità per finire a fianco di un attore che sapeva il fatto suo e aveva una faccia che sembrava un fumetto. Era il partner perfetto di un comico come Stan: del resto di Oliver Hardy si è scritto che aveva il gesto sconsolato del grande clown. Laurel aveva la comicità come stile di vita, preferiva vedere il lato buffo di ogni cosa che perdere tempo alle feste di Hollywood. Lui e Ollie erano così genuini che rimasero sorpresi fino alla fine del successo mondiale che avevano ottenuto, e nonostante il disprezzo della critica e la freddezza del mondo del cinema nei loro confronti, sono rimasti al servizio dello spettatore finché l'età lo ha permesso. Il rapporto fra Stan e Ollie, anzi Babe come veniva chiamato nella vita reale, è stato uno dei più sinceri e commoventi della storia del cinema. Leale, di profonda intesa, la amicizia fra i due era basata su un profondo rispetto per i ruoli che si erano imposti con naturalezza: Stan pensava ai film, Babe contribuiva come attore e a loro andava bene così. Hardy si godeva la vita, lavorava duro e quindi quando finivano le riprese giornaliere correva sui campi di golf. Quando Babe lasciò questo mondo, per Stan significò il ritiro dalle scene. Trovò conforto scrivendo gag come passatempo e allenamento della sua mente comica, instancabile, pronta per far ricordare al pubblico quanto sono stati grandi quei due signori oltreoceano.

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