Non sono morti. Stavano solo riposando. E da quando uno di loro è andato all'inferno, sono per la stampa "I sopravvissuti".

Poi i film, qualche tour teatrale, fino al 1983, quando ognuno di loro prese la propria strada, desiderosi di una carriera personale: ma già prima e durante quel periodo, ognuno era già volato sul proprio giardino (Cleese, per dirne uno, era quello che più desiderava scrollarsi di dosso quello che considerava un matrimonio forzato: spopolò senza eguali da solo, con la sitcom Fawlty Towers, nel 1975). Idle, nella autobiografia dei Python, aveva dichiarato che, ormai anziani, poteva andar bene rivedersi per raccontare il passato, ma rifare nuovi sketch era da vecchi coglioni. Sicuramente, Cleese non rifarà la camminata sciocca. Mentre scrivo, i cinque Python si avviano alla conferenza stampa con la quale presenteranno il nuovo show. Quando nel '98 si rividero ad Aspen, nell'entusiasmo generale si parlò di rifare uno spettacolo teatrale, forse un film, forse no, magari un seguito del "Sacro Graal" ambientato nelle Crociate, poi Gilliam e subito dopo Palin si mostrarono contrari. Lo scazzo durò qualche anno. Nel 2004, Idle produsse un adattamento del "Sacro Graal", intitolato "Spamalot", per le platee di tutto il mondo, con un successo clamoroso. I Python - meno Chapman, ancora deceduto - si mostrarono ancora insieme per i fotografi alla "prima". E li abbiamo rivisti di nuovo nella stessa stanza - eccetto Idle, via collegamento video - per promuovere il bluray del "Senso della vita", trent'anni dopo l'uscita di quell'incredibile film. E ora, lo stanno facendo davvero.
Il mio entusiasmo è giustificato, credo. Chi mi conosce sa bene che adoro i Python da tempi non sospetti, nonostante in Italia siamo riusciti ad importarli nel peggiore dei modi: basti pensare che il loro film Monty Python and the Holy Grail (1975) arrivò nel 1976 semplicemente intitolato Monty Python e con un orribile doppiaggio fatto di dialetti italici, e solo nel 1983, con il Senso della Vita, complice il premio a Cannes, giungono nelle nostre sale, ironicamente quando il gruppo si stava ormai sciogliendo. E solo nel 1991 giungerà il geniale - e oggetto di polemiche molto accese, all'epoca - Life of Brian (1979), intitolato Brian di Nazareth, doppiato discretamente, bene accolto dal pubblico e freddamente dalla nostra critica. L'anno successivo, giunge anche E ora qualcosa di completamente diverso, del 1971, un divertente montaggio degli sketch migliori del loro Circo Volante. La serie, invece, vedrà la luce doppiata per l'home video, ma solo la prima stagione. Sottotitolata, l'intera serie di 45 episodi arriverà finalmente in dvd nel 2007. Poi esce il libro di Francesco Alò sulla loro storia e poi l'autobiografia, per mano della Sagoma Editore. Ora il mio scaffale sui Python sta per crollare, tanto il peso di libri, dvd, bluray e dischi. E farò di tutto per farlo cadere del tutto con i biglietti per il loro prossimo spettacolo. Perché è grazie ai Python che ho capito che bisogna vedere il lato positivo della vita.
Il mio entusiasmo è giustificato, credo. Chi mi conosce sa bene che adoro i Python da tempi non sospetti, nonostante in Italia siamo riusciti ad importarli nel peggiore dei modi: basti pensare che il loro film Monty Python and the Holy Grail (1975) arrivò nel 1976 semplicemente intitolato Monty Python e con un orribile doppiaggio fatto di dialetti italici, e solo nel 1983, con il Senso della Vita, complice il premio a Cannes, giungono nelle nostre sale, ironicamente quando il gruppo si stava ormai sciogliendo. E solo nel 1991 giungerà il geniale - e oggetto di polemiche molto accese, all'epoca - Life of Brian (1979), intitolato Brian di Nazareth, doppiato discretamente, bene accolto dal pubblico e freddamente dalla nostra critica. L'anno successivo, giunge anche E ora qualcosa di completamente diverso, del 1971, un divertente montaggio degli sketch migliori del loro Circo Volante. La serie, invece, vedrà la luce doppiata per l'home video, ma solo la prima stagione. Sottotitolata, l'intera serie di 45 episodi arriverà finalmente in dvd nel 2007. Poi esce il libro di Francesco Alò sulla loro storia e poi l'autobiografia, per mano della Sagoma Editore. Ora il mio scaffale sui Python sta per crollare, tanto il peso di libri, dvd, bluray e dischi. E farò di tutto per farlo cadere del tutto con i biglietti per il loro prossimo spettacolo. Perché è grazie ai Python che ho capito che bisogna vedere il lato positivo della vita.
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