mercoledì 26 marzo 2014

In ricordo del rag. Filini, dell'ufficio sinistri

Oggi la Sagoma ha pubblicato un mio ricordo dell'attore napoletano Gigi Reder, meglio noto nel suo personaggio, ormai entrato nella storia, del ragionier Filini. Molte delle sequenze d'antologia di Fantozzi lo vedono interprete perché, nonostante dopo decenni di servile lavoro assieme si davano ancora del Lei, erano inseparabili. Ma Gigi Reder, attore napoletano, ha avuto la sua brava e notevole gavetta nell'avanspettacolo, ha cominciato a girare film negli anni Cinquanta, e con Paolo Villaggio non girò solamente i "Fantozzi". Fu anche spalla di Lino Banfi, Nino Manfredi, persino interprete nei film di Vittorio De Sica. Una carriera che dovevamo raccontare.

lunedì 17 marzo 2014

Jerry, vietato far ridere

Vecchie Colonne crescono. Osservando le premiazioni degli Oscar di quest’anno, si notano sempre più teste bianche fra gli spettatori; sopportano le finto originali gag dei comici che presentano la serata di gala - Ellen DeGeneres che distribuisce pizza e fa gli autoscatti [Ellen, ti ammiro, ma arrivi tardi, Ricky Gervais distribuiva birra agli Emmy quattro anni fa) – mentre le teste bianche più vecchie, le Vecchie Colonne appunto, crescono, e guardano la serata a casa mezzi addormentati. Pizza e autoscatti! Cosa dovrebbe dire una Gloria che ieri compiva 88 anni, e quando era giovane, anzi giovanissimo, faceva tremare i locali lanciandosi tra gli orchestrali e tirando bistecche nel pubblico in sala, mentre il suo partner cercava di cantare al meglio? Una sembrava una scimmia impazzita e l’altro era un belloccio italiano. Altri tempi e altre irriverenze, specie per quei tempi. Mi riferisco al magnifico Jerry Lewis, grande comico del New Jersey dal passato glorioso, alle spalle un Leone d’Oro alla Carriera, un Premio Oscar per le sue attività benefiche, la Legion d’Onore francese, un successo planetario prima in coppia con Dean Martin e poi, da solo, come attore e regista di se stesso. Cosa dovrebbe dire un genio come lui, non proprio incompreso come potrebbe sembrare, ma proprio messo da parte? E dire che lui la serata degli Oscar la presentò più volte, sempre con classe ma con divertimento – in un tempo quando la rigidità di quelle serate era stirata con l’amido – e se non fosse pieno d’acciacchi e malattie, Jerry Lewis potrebbe dire ancora qualcosa. L’anno scorso era andato al Festival di Cannes con molti onori – i francesi lo venerano che neanche potete immaginare – presentando il suo ritorno al cinema dopo molti anni, Max Rose, salutato con qualche freddezza dalla critica. Eppure, al momento mentre scrivo non ha trovato una distribuzione che sia una. Niente da fare, Hollywood rimane sempre quell’industria senz’anima che prima ti adora, poi quando non servi più ti riaccompagnano a casa con l’autista dicendoti “addio” e nessun arrivederci. Far ridere, in quel paese, è stata una condanna per molte Vecchie Glorie. Col tempo ho capito anche perché: "la maggior parte della gente ha paura della commedia, perché la sua verità è come un osso sporgente, visibile attraverso la pelle". (J. Lewis).