
lunedì 26 marzo 2012
Realmente muti e sordi al successo di Stanlio e Ollio

venerdì 9 marzo 2012
In attesa di avere un posto in paradiso

PS: ieri abbiamo visto il trailer del nuovo film di Carlo Vanzina, con l’accoglienza ghiacciata della sala. Intitolato Buona giornata, è il classico film dove si intrecciano numerose storie che vorrebbero raccontare l’Italia di oggi. Ecco, De Sica in una intervista ha definito quel trailer bellissimo. Ha inoltre dichiarato che ultimamente in Italia si girano commedie che non fanno ridere. Le sue, forse.
domenica 4 marzo 2012
30 anni senza Belushi, ma l'anima blues non muore mai.
Solo tre film da protagonista, ma dove è passato, non è più cresciuta l'erba ma solo oro. Era un genio comico, un mito cinematografico. Che non deve essere ricordato solo per i suoi 30 anni dalla morte per overdose.

Entra, si ruba la scena, e se ne va. E il pubblico ride ancora, a distanza da quel 1982 maledetto, quando un drogato Belushi, eh sì, aveva il vizietto quello cattivo, necessario per reggere i ritmi e le aspettative di un pubblico senza vera pietà (sapete, la provocazione, “Facce ride”), lo addormenta nel sonno. Ho letto molto sulla sua vita, soprattutto i ricordi degli amici e colleghi, della moglie Judith, e non sono riuscito a inquadrarlo pienamente: sicuro John era una persona adorabile e necessaria dell’affetto degli amici e del pubblico più di chiunque altro, perché il suo grande successo è stato improvviso e spaventoso, era ipersensibile, era il leader in quella compagnia di matti che fu protagonista al SNL tra la prima stagione e quella del 1979 che si portò via molti di loro (Bill Murray, Gilda Radner, Dan Aykroyd fra questi), soffriva terribilmente l’insuccesso, l’insicurezza. Era circondato da amici ma, tanto era indominabile, che diede l’idea di morire da solo. Quasi nessuno riusciva più a reggere i suoi ritmi giornalieri, anzi notturni, tutti crescevano e si sposavano, non facevano più l’alba, lui era ancora sulla strada a fare lo scemo, a dirigere il traffico,come racconta in un divertente aneddoto Steve Martin. Era un kamikaze della comicità, sempre sull’orlo della demolizione, personale e collettiva, sembrava sbracato nella recitazione quando, ecco quello che è sfuggito a molti, era un grande attore dalle numerose sfumature comiche. Tutti lo adoravano, poteva lasciare nel silenzio il set dei Blues Brothers, bussare ad una casa vicina per chiedere ospitalità, svuotando il frigo e stabilirsi sul divano. Tanto, a cercare le sue tracce, ci pensava sempre il suo amico Dan. Il vicino di casa del paese. Sporcava, russava, ma non avremmo potuto fare a meno. Era il nostro amico che, ad una festa, ti mandava in fiamme la casa ma te ne ridevi, ubriaco, mentre lui corre ad un’altra festa. Uno così, nasce una volta sola. E ci manca, senza rimpianti particolari.
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