sabato 16 settembre 2023

Laurel & Hardy: Year One - una recensione


Lo scorso 15 agosto è uscito un attesissimo cofanetto blu-ray intitolato Laurel & Hardy: Year One, concepito come primo volume dedicato all’annata iniziale della celebre coppia nel lontano 1927. In realtà, la raccolta include anche il loro primo film insieme, The Lucky Dog (girato nel 1921), e 45 Minutes from Hollywood (1926), primo titolo in cui appaiono come attori negli studi Roach, per un totale di quindici cortometraggi muti.

Oserei definire questa uscita epocale. Nel 2020, in pieno lockdown, la Blackhawk Films ha intrapreso un progetto fondamentale: recuperare i materiali migliori disponibili a livello mondiale e restaurare — anzi, si dovrebbe dire ricostruire — i film muti di Stanlio e Ollio. Il periodo dei “silents” comprende 34 titoli realizzati tra il 1921 e il 1929; o meglio, 33, se si esclude Hats Off, l’unico titolo completamente perduto della loro filmografia. Considerando che si tratta di opere vecchie di 96 anni (e nel caso del primo film, 102!), e che per lungo tempo sono state trascurate o maltrattate, il lavoro di restauro è stato tutt’altro che semplice.
 

Spiegare nel dettaglio cosa sia successo a questi film non è facile, e rischierei di perdervi tra date, percentuali e nomi poco noti. Ma è proprio in queste ricostruzioni storiche che si nasconde la verità. Partiamo da un dato di base: l’80% dei film muti — intesi come produzioni realizzate tra il 1895 e il 1929 — è andato perduto. Migliaia di pellicole non hanno ricevuto alcuna forma di conservazione, né per ragioni culturali né commerciali, e si sono irrimediabilmente rovinate: alcune sono esplose (la vecchia pellicola in nitrato d’argento era altamente infiammabile) durante grandi incendi che colpirono i magazzini degli studi hollywoodiani; altre si sono deteriorate per acetosi o muffe. I negativi e le pellicole erano materiali estremamente fragili, e la cultura del restauro è arrivata troppo tardi per salvare molti di quei film.

Con Stanlio e Ollio, in un certo senso, siamo stati fortunati: si è perso “solo” un titolo per intero, Hats Off. The Battle of the Century (1927) è stato ricostruito quasi completamente soltanto nel 2015, anche se manca forse per sempre la fine del primo rullo. Metà di Now I’ll Tell One, altro film del 1927 con Charley Chase e i due comici in ruoli secondari, risulta ancora mancante. The Rogue Song, lungometraggio in cui la coppia aveva un ruolo di supporto, sopravvive oggi in un trailer, due sequenze e una clip di dieci minuti. Una parte consistente delle versioni girate in lingua straniera nei primi anni ’30, incluso Muraglie in italiano, è tuttora dispersa (anche se Ladroni è stato ritrovato l’anno scorso, purtroppo senza sonoro). Tuttavia, a parte queste perdite, la filmografia della coppia è sostanzialmente integra, e gran parte dei negativi è conservata in condizioni adeguate.
 

Ma per arrivare a questo punto, anche Indiana Jones si sarebbe arreso. I film muti di Laurel e Hardy del 1926-27 furono prodotti da Hal Roach per la Pathé, mentre i successivi dalla MGM: il passaggio fra le due major coincise con il crescente successo della coppia, determinando percorsi differenti per i due gruppi di film. I titoli pre-coppia vennero distribuiti “in concorrenza” con quelli ufficiali, per promuovere Stan e Oliver anche se non ancora formavano un duo. Dopo il successo iniziale, vennero accantonati in favore dei corti realizzati in coppia, soprattutto quelli sonori. In Europa e in Italia, questi ultimi furono molto più noti, mentre i muti finirono nell’oblio a partire dal 1931-32, anno in cui le ultime compilation che li includevano cessarono la distribuzione.

 

I film sonori continuarono a circolare fino al 1940, quando Laurel e Hardy lasciarono Hal Roach per intraprendere nuovi percorsi. Il loro catalogo contava circa 90 film, senza contare altre serie dello studio Roach, come quella di Charley Chase o dell’Our Gang. Nel frattempo, i negativi originali non versavano in buone condizioni. Hal Roach — e questo non vuole essere un atto d’accusa — non si preoccupò mai seriamente della conservazione delle sue vecchie opere, concentrato com’era sulla produzione continua di nuovi contenuti. Non era il solo: negli anni ’40 c’era scarso interesse per i film vecchi, e ancor meno per quelli muti. Così gran parte del catalogo finì nei depositi MGM, disponibile per il noleggio in 16 mm o per... fare la muffa. Uno di questi depositi era il Mercury Laboratory di New York, dove nel 1945 fu inviato il negativo 35 mm di Hats Off, prima di andare perduto — o, almeno, dimenticato.

Poi successe qualcosa. Roach si accorse che anche i film meno riusciti della coppia, girati per la Fox e la MGM, continuavano ad avere successo al botteghino. Siglò così un accordo per la riedizione di alcuni dei loro vecchi titoli. Nel 1943, la Film Classics firmò un contratto con Roach per ristampare gran parte della produzione post-1928. Alcuni titoli, come Pack Up Your Troubles e Pardon Us, ottennero buoni risultati, ma il lavoro di duplicazione della Film Classics danneggiò gravemente i materiali originali. La negligenza fu condivisa. Quando l’accordo si concluse nel 1951, la Astor Pictures di Robert Savini fu una delle tante società che acquisirono i diritti per riproporre i film in sala. In cerca solo di un guadagno immediato, molti di questi distributori abusarono dei negativi. Poi, nei primi anni ’50, arrivò la televisione. Le comiche mute ebbero un breve ritorno in TV. Considerate obsolete ma facilmente sfruttabili, furono trasmesse in programmi come Comedy Capers o Mischief Makers — approdati anche in Italia: qualcuno ricorda ancora oggi lo storico programma Oggi le comiche? Tagliate e rimontate, infarcite di pubblicità, quelle comiche divennero frammenti irriconoscibili.

Poi arrivò l’home video, e con esso un nuovo interesse culturale. Il primo a riconoscerne il valore fu il cineasta Robert Youngson, che tra il 1957 e il 1970 realizzò splendide compilation di comiche mute, due delle quali dedicate espressamente a Stanlio e Ollio. 

Come scrive Richard Bann in un dossier sulla preservazione dei loro film: “Selezionando i nitrati in decomposizione che voleva utilizzare su pellicola di sicurezza, li preservò. Youngson copiò tuttavia solo ciò che desiderava per il film che stava girando. Salvò quindi solo il filmato di Battle of the Century che incluse nella sua antologia. Aveva la possibilità di conservare l'intero film o farne una copia fine grain, ma il suo licenziatario, gli Hal Roach Studios, non fece nulla. Non molto tempo dopo che Youngson ebbe estratto ciò che gli serviva dalla bobina n.2 (contenente la famosa battaglia di torte), il resto della bobina si decompose nei depositi Bonded Storage di New York. Fu scartato e buttato via” (e ritrovato, decenni dopo, al MoMA). Il successo di quelle antologie e della prima biografia della coppia, firmata da John McCabe nel 1961, riaccese l’interesse. Gli Hal Roach Studios siglarono nuovi accordi per il mercato casalingo in crescita, soprattutto nei formati 8 mm e 16 mm. Fu qui che entrò in gioco la Blackhawk Films.

 

“Negli anni '70, quando lavoravo per la principale licenziataria, la Blackhawk Films Inc. di Davenport, Iowa — scrive ancora Bann —, venni a sapere che la società rimasterizzava i film di Roach in 35 mm, ma solo per creare un duplicato ridotto in 16 mm. Almeno, la Blackhawk tentò in buona fede di presentare i film ‘sostanzialmente come furono distribuiti all’epoca’, come recitavano le introduzioni. Inoltre, investì nei propri materiali di stampa, preservando gli originali.” I cataloghi erano disponibili nelle biblioteche, a noleggio o in vendita, ed erano una manna per i collezionisti. Ma Hats Offe The Battle of the Century non figuravano. Bann spiega: “Prima che la Blackhawk si affermasse nel mercato casalingo, i film muti MGM non furono mai concessi in licenza per stampe in formati ridotti. Nessuna copia completa in 16 mm di quei titoli verrà mai alla luce, perché non sono mai state stampate”.
 

Nel 1971, usciti dalla bancarotta, gli Hal Roach Studios videro il proprio patrimonio dividersi tra l’emisfero orientale e occidentale. In Europa, il copyright fu gestito da CCA. Hans Andresen e il più noto Dr. Leo Kirch (proprietario anche di KirchMedia e di diverse società di diritti televisivi) acquisirono la parte europea. Se avete comprato un DVD europeo di Laurel & Hardy, avrete letto nomi come Beta Taurus o Kinowelt: dietro c’era Kirch, che nel 1983 divenne anche proprietario del pacchetto MGM/UA e dei diritti Roach.

Fino al fallimento della Kirchgruppe nel 2002, Richard Bann supervisionò milioni di dollari investiti nel restauro del catalogo. I materiali in nitrato, depositati già nel 1969 alla Library of Congress, erano spesso in cattivo stato: solo Big Business e Double Whoopee si salvarono in buone condizioni. I primi restauri reali dei silents avvennero negli anni ’90, ma per molti film del 1926-27 si ricorse a copie in Super 8 o 16 mm. Tra il 1999 e il 2000 uscì la serie Lost Films of Laurel and Hardy, che rese disponibile il meglio disponibile all’epoca.

La ricerca però era cominciata decenni prima. David Shepard e Kent Eastin, fondatore della Blackhawk, iniziarono il loro lavoro già negli anni ’60. Dopo vari passaggi di proprietà, la Blackhawk fu rilevata da Hugh Hefner tramite Critics Choice. Shepard fondò la Film Preservation Associates con Bann e altri, e nel 1989 acquistò la cineteca. Nel 1990, il francese Serge Bromberg incontrò Shepard a New York: nacque un sodalizio con l’obiettivo di preservare il catalogo per le generazioni future. Il cofanetto Laurel & Hardy: Year One è dedicato proprio a Shepard, scomparso nel 2017.

E così siamo arrivati alla mia recensione. Se siete sopravvissuti fin qui, vi ringrazio: era necessario raccontare questa storia poco conosciuta. Bromberg e il suo team stanno lavorando alla restante produzione del 1928-29, e ogni nostro supporto sarà prezioso per i prossimi volumi in blu-ray. A proposito: il cofanetto è multiregione, e potete acquistarlo online.

 

Alla luce di tutto questo, possiamo considerare superato tutto ciò che sapevamo — e che abbiamo scritto — sui film muti di Laurel e Hardy. Rivederli oggi è davvero come vederli per la prima volta: il restauro ci riporta a come apparivano realmente all’epoca della loro uscita nelle sale, permettendoci di cogliere aspetti delle loro performance che prima ci erano sfuggiti. Questa sensazione è ancora più forte nei film del loro primo periodo, proprio perché erano quelli messi peggio, in condizioni critiche. Li ho rivisti con occhi nuovi e, in alcuni casi, ne ho cambiato il giudizio. Alcune di queste osservazioni voglio condividerle qui. Nel documentario con Serge Bromberg viene segnalato, per esempio, come alcuni film si siano rovinati in meno di cinque anni dal recupero operato da Robert Youngson (esemplare il caso di Putting Pants on Philip). Avrei voluto qualche dettaglio in più sul processo tecnico di restauro, ma le musiche sono molto ben scelte. Ogni cortometraggio presenta un prezioso commento audio di Randy Skretvedt, mentre il restauro è stato curato insieme a Éric Lange. Per dare un’idea dei risultati raggiunti, ho messo a confronto un fotogramma attuale con quelli utilizzati nella serie Lost Films of Laurel and Hardy del 2000: basta cliccare per ingrandire l’immagine.

 



The Lucky Dog è completo nei limiti del possibile: l'immagine è un po’ sporca, ma è la più nitida che io abbia mai visto per questo film. Diversi fotogrammi sono stati recuperati. L’incontro tra Stan e Oliver in questo film è, credo, una delle casualità più straordinarie della storia di Hollywood. Il produttore voleva lanciare Stan come comico e girò una comica pilota, per la quale chiamò un regista amico, che a sua volta si portò dietro un attore bravo nei ruoli da cattivo, tale Oliver Hardy.




45 minutes from Hollywoodcircolava già in una copia discreta pubblicata dalla Mk2 una quindicina d’anni fa, ma nel nuovo scan ha guadagnato in nitidezza. Come in quella copia, anche qui la sequenza con Stan alterna momenti di scarsa e ottima qualità. Peccato, perché in alcune fonti quella scena era visibile molto meglio. Non è un film da buttare, e Hardy è davvero buffo. Credo di aver notato qualche dettaglio in più nelle sequenze iniziali ambientate a Hollywood.


Duck Soupfinalmente completo, si fa apprezzare di più come comica: la qualità è davvero ottima. Rivedendolo con la famosa sequenza censurata (assente nelle copie americane), devo dire che si incastra male nella narrazione, ma dal punto di vista del restauro non possiamo lamentarci.



Slipping Wivesnon mi sono mai spiegato perché Hardy fosse così violento con Stan. In ogni caso, la copia è spettacolare, considerando che in precedenza era difficile perfino distinguere bene i volti degli attori (una copia Rai, in particolare, era imbarazzante). Il film, in sé, è una mezza cretinata. Non ricordavo che la gag finale del poliziotto colpito al sedere dal fucile fosse la stessa che si vede in Noi siamo le colonne.

 


Love ‘Em and Weepcircolava già in una splendida copia nei DVD tedeschi, e qui non solo si conferma tale, ma vengono recuperate anche le sequenze multi-tinte per esterni e interni. Una grande comica, anche se non ricordavo che Stan e Babe non condividessero neppure un’inquadratura, tranne il totale finale.


Why Girls Love Sailorsè passato da “film perduto” a “film che si vede uno specchio”. Forse qualcosa si è perso per sempre, ma poco male: il restauro riporta alla luce tutti i dettagli del volto di Oliver Hardy e i suoi sguardi irresistibilmente comici. A parte qualche gag, però, il film è davvero mediocre.


With Love and Hissesha avuto un restauro incredibile. Ho avuto l’impressione che nella scena del bagno fossero davvero tutti nudi come vermi, ma guardando meglio si nota che indossano costumi da bagno. La storia è poca, ma c’è tanto slapstick: cadute, rincorse, e uno Stan piuttosto effeminato.



 

Sailor’s Bewarevalorizza finalmente Anita Garvin come attrice comica. Stan e Babe iniziano a interagire con maggiore continuità. La comicità è piuttosto rozza — Stan che spinge un nano in carrozzina giù per le scale oggi farebbe insorgere i social — ma il ritmo è rapido. La copia è ottima, e in certi momenti la nitidezza sorprende, dato che il film circolava sempre in versioni rovinate. Alcuni intertitoli sono stati finalmente reinseriti nei punti corretti.


Do Detective Think?anche se la coppia non era ancora “ufficiale”, Stan e Babe sembrano nati per recitare insieme, proprio come succedeva già in Duck Soup. Non credo ci fosse nulla di casuale nemmeno nei costumi. Rivedendo Sailors dopo questo, è evidente che i due funzionavano benissimo insieme.

La copia è splendida. Era uno dei muti che si vedevano peggio, e ora è un vero spasso. Non mi ero mai accorto, per esempio, che quando i due prendono i sigari e strappano la punta, Ollie la sputa e Stan la ingoia. Come ha scritto Randy Skretvedt su Facebook: “L'unica omissione di cui sono a conoscenza è una molto breve inquadratura di Viola Richard che cammina verso la porta d'ingresso, presente solo in una fonte talmente scadente che includerla avrebbe stonato e distratto lo spettatore. La durata è di circa due secondi: nulla di grave”.



 

Flying Elephants, sse la memoria non mi inganna, le copie sopravvissute erano in 16 mm. L’immagine ora è così completa che si nota un membro della troupe che, a destra di Stan, gli tira i pesci mentre lui pesca nell’acqua. Copia ottima.


 

Sugars Daddies, copia nitida ma molto graffiata, perché — come nel film precedente — è stata ricostruita come un Frankenstein di fonti diverse. A un certo punto, la combinazione Stan-Babe-Finlayson deve aver convinto Roach a farne un vero duo. Tuttavia, il film mescola elementi già visti in Love ‘Em and Weep e Slipping Wives, e la noia prende il sopravvento. Ma dalla fuga in poi, fino all’arrivo al luna park, la comica prende la giusta piega “a due”; è evidente che allo studio si siano detti: “Facciamoli tornare insieme, vediamo come reagisce il pubblico”.



The Second Hundred Yearsè tornato finalmente “in vita”, con sequenze recuperate e mai viste prima, soprattutto quelle iniziali e quelle “tinte” in blu con la gag del poliziotto che cade nella vernice. Il film non è così esilarante come si ricordava, ma la prima parte vale da sola il prezzo del cofanetto.



Call of the Cuckoo
qualità eccellente. Max Davidson, come protagonista, non era certo un fuoriclasse della risata. Però vedere insieme Laurel, Hardy e Charley Chase, affiancati da Finlayson e Charlie Hall, fa sempre piacere. Le loro scene, però, risultano un po’ fuorvianti.


Putting Pants on Philip
restaurato in modo meraviglioso, è a mio parere uno dei più divertenti della loro prima fase. L’anello mancante con Hats Off è ormai chiaro: qui sono una coppia a tutti gli effetti, anche se il debutto “ufficiale” era avvenuto con The Second Hundred Years. La MGM promosse entrambi i film con grande impegno.


The Battle of the Centuryil restauro lo conoscevamo già, ma questa versione migliora ulteriormente rispetto a quella presente nel cofanetto The Definitive Restorations. Troveremo mai la fine del primo rullo? Resta un film geniale.

Conclusione: Il periodo 1926-27 rappresentava lo zoccolo duro della conservazione della loro filmografia. Il lavoro fatto è davvero notevole, e possiamo perdonare i graffi visibili, considerando che questi film hanno 96 anni. È incredibile notare i passi avanti compiuti dalle tecnologie di restauro dal 2000 (epoca dei “Lost Films”) a oggi.

Ringrazio per la collaborazione Valerio Greco, Benedetto Gemma e Stefano Cacciagrano.

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